Da Giacomo Al Lago
Se dici “questa sera andiamo da Giacomo”, sai che Lady Gaga, Donatella Versace, Elton John, Richard Gere, Brad Pitt, Madonna, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, la regina di Giordania e magari anche Barack e Michelle Obama, saranno felici di venire con voi, perché da oltre sessant’anni Giacomo è il ristorante a Milano che ha sedotto i grandi del mondo. E da tre generazioni, ormai, li ha sedotti con la semplicità della tradizione italiana e la freschezza dei suoi ingredienti. “Una cucina per sentirsi in famiglia”, come la definiva Giacomo.
Una cucina che da questa primavera splenderà anche nella magnifica scenografia del Grand Hotel Tremezzo e della sua spiaggia sul Lago di Como. “Quando due famiglie si incontrano, nasce una grande storia”, racconta Cristian Taormina, nipote di Giacomo e general manager del gruppo. “Da molti anni la famiglia De Santis è nostra ospite, e quando Valentina ci ha proposto di aprire un nuovo ristorante, Giacomo al Lago, e di offrire i nostri piatti alla raffinatissima clientela del Grand Hotel Tremezzo, abbiamo raccolto la sfida, e che sfida!, e ci siamo messi al lavoro”.
Lavoro bellissimo perché si parte da un ricordo, l’arrivo di Giacomo Bulleri a Milano nel 1958 e una fotografia lo ritrae trentenne, a Piazza Duomo, cappello e fiducia negli occhi. Giacomo era toscano ed era nato nel 1925 a Collodi, quel paesino che è entrato nell’immaginazione di tutti perché a Collodi è nato l’autore di Pinocchio. A tredici anni Giacomo è a Torino, aiuto cuoco nel ristorante “Giappone”, a venti si sposa, e con sua moglie un giorno decide il grande salto: Milano. Il primo locale è una trattoria in via Donizetti e i piatti della cucina toscana conquistano subito i protagonisti del teatro La Scala, da Maria Callas a Mario Del Monaco. E non solo. Scrittori, attori, il mondo dell’economia, tutti passano di lì. E tutti hanno seguito Giacomo anche quando il ristorante, nelle atmosfere disegnate da Lorenzo Mongiardino e dai suoi allievi eletti, Roberto Peregalli e Laura Sartori Rimini, si è trasferito in via Sottocorno.
“Quando due famiglie si incontrano, nasce una grande storia.”
Nel 2017 il New York Times titolava: “The man who cooked for Italy”. Giacomo era questo, un uomo che cucinava per rendere omaggio alla tradizione italiana e al suo principio base: semplicità e qualità. “Può essere il classico spaghetto alle vongole, o un branzino cotto al sale, o magari due ostriche aperte al momento per un aperitivo. L’ospite deve sempre riconoscere la freschezza. Ai nostri cuochi chiediamo solo di rispettare i sapori meravigliosi che la natura ci offre”.
E Giacomo al Lago cosa offrirà? “Quello di cui ci siamo innamorati noi a prima vista, e parlo naturalmente dell’atmosfera incantevole del Lago di Como e di un’ospitalità raffinatissima. A questo, certo, si aggiunge il nostro pesce, quello per cui Giacomo è famoso da sempre. E quando parlo di pesce, io che sono siciliano, penso a quei tesori che i pescatori di San Vito Lo Capo, di Mazara e di Manfredonia, ancora in alto mare di notte, pescano appositamente per noi. Dentici spettacolari, scampi, gamberi, ma anche saraghi, pezzogne”. Anticipazione sulla carte di Giacomo al Lago? “Ci saranno tutti i nostri piatti più storici e significativi. E come “speciale, parlerei di un solo ingrediente, l’emozione di attraccare al pontile della piscina del Grand Hotel Tremezzo per un pranzo o una cena indimenticabile. In sottofondo lo sciabordio delle acque e negli occhi l’azzurro del cielo, i riflessi del sole e poi le stelle, la luna che spuntano dal profilo delle montagne e illuminano davvero il cuore”.
Cuore, amore, quindi dolci. Chi conosce Giacomo sa che i suoi dolci sono una tentazione a cui non si può rinunciare. E chi conosce la “bomba di Giacomo”, sa che alla leggerissima sfoglia, farcita di crema chantilly al mascarpone, fragoline di bosco e granella di zucchero, dovrà aggiungere la magia di essere al Grand Hotel Tremezzo, là dove da oltre cento anni le emozioni hanno una luce in più.