È Primavera!
La natura lo sa e si sta preparando. Tra poco arriveranno gli ospiti e il meraviglioso giardino del Grand Hotel Tremezzo è già un trionfo di energia e di tenerezza. Dai fili d’erba alle foglioline sui rami di ortensie, dai tappeti di erica rosa alle gemme delle azalee, tutto si muove. È primavera, è la stagione più dolce del Lago di Como, ed è tempo di grandi cure e attenzioni. Da vent’anni Roberto Mezzanotti e Riccardo Penuti, giardinieri di straordinaria sensibilità, si dedicano alla “bellezza verde” del Grand Hotel Tremezzo.
Di questa meravigliosa risorsa di pace e armonia, che sale verso le montagne innevate e scende fino ai riflessi azzurri del lago, conoscono ogni foglia, ogni radice, ogni angolo segreto. E sono loro, in una splendida giornata di sole, ad accompagnarci lungo i sentieri che ritmano i tre ettari di un giardino italiano unico al mondo. “Italiano, mediterraneo e tropicale insieme – racconta Riccardo Penuti – perché accanto alla simmetria classica dei giardini rinascimentali, abbiamo essenze, profumi, colori tipici delle regioni più calde del nostro paese e oltre. Solo il Lago di Como, grazie al suo microclima, permette un dialogo così originale”.
“Il giardino è italiano, mediterraneo e tropicale insieme. Solo il Lago di Como, grazie al suo microclima, permette un dialogo così originale.”
Eppure la natura è sempre più grande di noi, e anche questa è una lezione vitale di Trabella. Di questa grandezza, il Grand Hotel Tremezzo vanta testimoni straordinari. “In cima alla collina cresce un ulivo che ha più di trecento anni – ricorda Roberto Mezzanotti – e non è l’unico centenario del giardino. Anche il monumentale cedro deodara, che incornicia la piscina e il T Pizza, ha più di un secolo, e così il corbezzolo, accanto al T Shop. “Per la precisione il nostro corbezzolo ha compiuto da poco centocinquant’anni.” Come nelle ville più famose del Lago di Como, da Villa Carlotta a Villa Maria, da Villa Passalacqua a Villa Margherita, anche nell’antico giardino dove un giorno sarebbe sorto il palace del Grand Hotel Tremezzo, il corbezzolo era stato piantato per motivi patriottici: il verde delle foglie, il bianco dei fiori, il rosso dei frutti formano il tricolore. All’alba dell’Unità di Italia, nel 1861, le famiglie nobili sottolineavano così l’adesione ai moti risorgimentali e la vicinanza alla Casa Reale”.
Un grande paesaggista è all’origine di questo equilibrio ed è Emilio Trabella, “l’uomo che sussurrava alle piante” come lo aveva definito Renzo Piano, architetto di fama mondiale. “Emilio è stato un maestro per noi, ma soprattutto un amico che ci ha insegnato a “vivere” questo luogo con passione. Il nostro modo di rendergli omaggio, è continuare a prenderci cura delle sue invenzioni più belle. Chi se non lui poteva immaginare la poesia di una siepe di gelsomino che diventa un’onda di lago? E mi ricordo di quando ci mostrava i suoi acquerelli, noi seguivamo le istruzioni e una stagione dopo l’altra tutto corrispondeva alla sua visione. I colori, i rosa, i fucsia, i rossi delle azalee e dei rododendri, si fondevano uno nell’altro esattamente come nel disegno”.
Eppure la natura è sempre più grande di noi, e anche questa è una lezione vitale di Trabella. Di questa grandezza, il Grand Hotel Tremezzo vanta testimoni straordinari. “In cima alla collina cresce un ulivo che ha più di trecento anni – ricorda Roberto Mezzanotti – e non è l’unico centenario del giardino. Anche il monumentale cedro deodara, che incornicia la piscina e il T Pizza, ha più di un secolo, e così il corbezzolo, accanto al T Shop. “Per la precisione il nostro corbezzolo ha compiuto da poco centocinquant’anni.” Come nelle ville più famose del Lago di Como, da Villa Carlotta a Villa Maria, da Villa Passalacqua a Villa Margherita, anche nell’antico giardino dove un giorno sarebbe sorto il palace del Grand Hotel Tremezzo, il corbezzolo era stato piantato per motivi patriottici: il verde delle foglie, il bianco dei fiori, il rosso dei frutti formano il tricolore. All’alba dell’Unità di Italia, nel 1861, le famiglie nobili sottolineavano così l’adesione ai moti risorgimentali e la vicinanza alla Casa Reale”.
La magnolia di fronte all’ingresso ha “solo” cinquant’anni, e il ficus repens, che ricopre i muri e l’ottocentesco arco di ingresso al parco, si aggira sui venticinque. Le oltre seimila piantine di viole del pensiero che punteggiano l’intero giardino, tra gelsomini, palme, azalee, rododendri, ulivi, aceri e bambù, sono state appena piantate e nel candore dei loro petali bianchi sono una pausa a un paradiso di colori e sfumature di verde. Storia di secoli e freschezza rugiada. Per questo si sta così bene nel giardino del Grand Hotel Tremezzo. Tutto ricorda, tutto fiorisce.