In vetta alla fiaba di San Martino
Se avete mai letto o ascoltato una favola della buonanotte, se avete mai immaginato boschi di alberi centenari e sentieri che si snodano tra ciottoli, fiori e cuscini di muschio, se avete mai pronunciato la formula magica “cammina, cammina”, allora siete pronti per la spettacolare passeggiata alla Chiesa di San Martino
Una dolcissima escursione di un’ora e mezza, in leggera salita, e il premio finale è uno dei panorami più belli sul Lago di Como, i borghi storici, da Bellagio a Varenna, e la corona di monti che culminano nella Grigna, a 2.400 metri. La nostra “scalata” si ferma prima, a quota 472 metri, ma la vista di quella chiesetta bianca su uno sperone di roccia a picco sull’acqua può far venire in mente l’uso di corde e ramponi. Nulla di questo, un paio di scarpe da trekking, pantaloni comodi, e si parte in compagnia di Mario, una delle migliori guide alpine del nostro lago.
Appena fuori dal centro storico di Griante, il paesaggio cambia, prati, campi, l’inizio del grande bosco che impone un altro passo. Saliamo, ci fermiamo lungo i tornanti del sentiero, punteggiati dalle cappelle votive di una Via Crucis, e guardando in basso tutto ci sembra piccolo e lontano. Tra gli alberi regna il silenzio, scorre un ruscello, gli uccelli si richiamano in volo. E parla anche la terra nel senso che osservandola da vicino, tra i sassi e le rocce trascinate dalle morene, si comprende l’origine del Lago di Como, nato undicimila anni fa dall’avanzare e ritirarsi di un immenso ghiacciaio. Per tornare all’epoca nostra dobbiamo solo alzare lo sguardo perché abbiamo raggiunto la meta. Quasi un miracolo di architettura montanara, questa chiesetta. E del resto è un altro miracolo che l’ha fatta nascere.
Siamo appena usciti dal Grand Hotel Tremezzo e ci stiamo dirigendo verso Griante e il suo dedalo di antiche stradine. Erano stati i Celti, provenienti dall’Europa Centrale, a fondare Griante nel V secolo a.C., e il nome significa “terra del sole”. Poi erano arrivati i romani, che grazie alla posizione strategica del villaggio controllavano il traffico delle barche e delle merci. Novecento anni dopo Stendhal ambientava molte pagine de La Certosa di Parma proprio nell’atmosfera raccolta di Griante. Un attimo e la Regina Vittoria d’Inghilterra, Nicola II di Russia e il Kaiser Guglielmo erano giunti sulla stessa riva del Lago di Como, affascinati dal clima e dai colori di questa “terra del sole”, e possiamo immaginare che anche loro si siano incamminati verso la Chiesa di San Martino. Un secolo dopo, verso la metà del Novecento, Konrad Adenauer, uomo politico tedesco e uno dei padri fondatori dell’Unione Europea, li avrebbe seguiti nella stessa passeggiata.
Narra la leggenda che un giorno una bambina avesse ritrovato una statua lignea della Vergine, nascosta durante le guerre di religione in una grotta non lontano dalla chiesa attuale. La felicità e l’importanza del ritrovamento avevano spinto la popolazione ad accogliere la statua nella chiesa principale di Griante, ma poco tempo dopo, una notte la Vergine era sparita per essere ritrovata vicino alla grotta che l’aveva protetta. Il messaggio era chiaro. E fu così che nel XVI secolo venne edificata la Chiesa di San Martino, o Santuario della Madonna delle Grazie. Oggi il miracolo più commovente è lo splendore del panorama. Una meraviglia in ogni stagione e a ogni ora del giorno. Il cielo è a un passo e le acque del lago scintillano. E su una tavola, sul prato che scende dal porticato della chiesa, è già pronto un aperitivo, un tagliere di formaggi e salumi del territorio, pane fragrante e un bicchiere di vino. Un brindisi e si inizia la discesa, e sono altri boschi, altre favole da ricordare.