Villa Sola Cabiati, vivere il Neoclassicismo
Quando eredita la meravigliosa villa di famiglia sul Lago di Como, il duca Gian Galeazzo Serbelloni ha ancora in mente le lunghe estati trascorse qui da bambino e da ragazzo, e le parole gli affiorano spontanee: “Villulae quietem”, la “quiete di una piccola villa”, questo il motto di casa.
Lo aveva scritto sul portone d’ingresso, come a sottolineare che oltre quella soglia la vita cambiava, si rasserenava, i problemi sparivano, il cielo era di nuovo azzurro, il cuore leggero. Quando eredita la meravigliosa villa di famiglia sul Lago di Como, il duca Gian Galeazzo Serbelloni ha ancora in mente le lunghe estati trascorse qui da bambino e da ragazzo, e le parole gli affiorano spontanee: “Villulae quietem”, la “quiete di una piccola villa”, questo il motto di casa. Era il 1787, ma potrebbe essere la cronaca di oggi, tanto Villa Sola Cabiati, ancora di proprietà dei discendenti dei fondatori, offre in esclusiva ai nostri ospiti la stessa bellezza e serenità neoclassica. Vogliamo scendere all’imbarcadero del Grand Hotel Tremezzo, salire a bordo di un motoscafo Riva e in pochi minuti percorrere la Tremezzina e raggiungere il pontile di Villa Sola Cabiati? Vogliamo cominciare il racconto di questa perla di storia e di arte del Lago di Como dal suo elemento primario, l’acqua?
Dunque sbarchiamo, il grande cancello si apre come nelle favole, attraversiamo il magnifico giardino all’italiana che circonda la villa, ecco i gradini e siamo entrati nel salone centrale. Alle pareti e sul soffitto splendono gli affreschi della scuola milanese di Tiepolo, e ovunque arazzi, stucchi, collezioni di dipinti, antiche ceramiche cinesi, lampadari di Murano, preziosi strumenti musicali. Ogni presenza del passato ispira l’eleganza di sei magnifiche suite e la gentilezza del personale che rende indimenticabili le giornate trascorse in questo piccolo paradiso. Tutto è come un tempo, tutto ha qualità dei servizi del Grand Hotel Tremezzo, e tutto, novità di quest’anno, rimarrà aperto per vivere anche in autunno e in inverno la ricchezza cromatica ed emotiva del Lago di Como e di una delle sue ville più belle e intatte.
Storicamente Villa Sola Cabiati nasce agli inizi del Cinquecento per desiderio della duchessa del Carretto, quindi passa alla famiglia Brentano e più tardi diventa proprietà dei Serbelloni. E proprio tra queste mura, dal 1754 al 1762, il giovane Gian Galeazzo, nato a Milano nel 1744, riceve gli insegnamenti di Giuseppe Parini, suo precettore ma soprattutto poeta, scrittore, una delle menti più acute e originali del Neoclassicismo italiano. E sarà proprio Parini a battezzare la villa “La Quiete”. Ma chi era Gian Galeazzo, che le cronache riportano allievo un po’ ribelle, insofferente, un pizzico viziato, tanto da far pensare che il “giovin signore”, protagonista del poema Il Giorno, sia proprio l’ex allievo di Parini? Gian Galeazzo Serbelloni era un uomo colto, era un militare, un diplomatico, e nonostante appartenesse alla cerchia degli aristocratici i contemporanei lo chiamavano il “duca repubblicano”. Perché repubblicano? Perché nel 1796 Gian Galeazzo, allora sovraintendente generale della milizia di Milano, accoglie festosamente l’arrivo dell’esercito francese e il 10 maggio offre a Napoleone le chiavi della città, e anche quelle del suo palazzo al numero 16 di Corso Venezia. L’accoglienza è principesca tanto che sempre nel maggio del 1796 Gian Galeazzo viene inviato a Parigi a esporre le istanze di libertà della nazione lombarda. L’impressione è notevole, i francesi sono conquistati dal patriottismo del duca e lo incaricano di scortare la moglie di Napoleone, Joséphine de Beauharnais, dalla capitale a Milano. Un passo e Serbelloni diventa ambasciatore italiano a Parigi. Cosa resta di questa esperienza? Resta un talamo nel quale hanno dormito Napoleone e Joséphine, storico arredo portato in salvo dai bombardamenti su Milano durante la seconda guerra mondiale, e che oggi è patrimonio di Villa Sola Cabiati. Una villa-museo, dunque Villa Sola Cabiati, ma anche una villa-freschezza, una villa-festa perché le ore trascorse nel suo parco secolare e nella sua piscina sono rigeneranti, e ancora una villa-incanto perché ogni finestra offre una vista spettacolare che dalle montagne si addolcisce tra le chiome degli alberi secolari, si perde tra i ricami del giardino all’italiana e si unisce ai colori del lago.
Valentina De Santis
Negli ultimi anni del ’700, Carlo Amoretti, agronomo, naturalista, infaticabile viaggiatore, primo traduttore in italiano di Johann Winckelmann, padre del Neoclassicismo, scrive: «Tremezzo ha molte ville amene e magnifiche, la Villa Clerici, o Sommariva, quindi le ville dei Brentani, dei Mainoni, dei De Carli, ma le supera tutte la Quiete dei Serbelloni». Quiete, appunto, d’estate quando la natura è uno spettacolo in fiore, ma anche d’inverno. Fuori magari sta nevicando e lo chef di Villa Sola Cabiati ha appena preparato per i nostri ospiti il più originale panettone natalizio. Mancava questo, Villa Sola Cabiati, villa-per essere felici, insieme, sempre.